venerdì 25 aprile 2014

Scarpe - Minimalismo level 2 - New Balance MR00

Eccomi a parlare di un argomento che mi piace parecchio. Prosegue la mia sperimentazione di scarpe minimaliste passando da scarpe con un differenziale di 4mm tra tallone e avampiede a una completamente piatta. Queste scarpe, dette zero drop, permettono un esperienza di corsa naturale conservando un minimo di protezione dalle asperità dell'asfalto.

Personalmente non posso dire di essere stato un corridore perennemente acciaccato o con gravi infortuni cronici, ma la mia scelta di utilizzare scarpe non strutturate deriva dalla bellezza e dalla leggerezza del gesto tecnico che accompagna il loro utilizzo. Come scrivevo qualche tempo fa la corretta tecnica di corsa prevede un minor dispendio energetico e un impatto al suolo molto meno traumatico.
Ispirato da tutte queste belle promesse mi sono messo a studiare e mi sono cacciato ai piedi un paio di MR10 v2 sempre della New Balance. Queste scarpe conservano un minimo di differenziale (4mm) e ammortizzazione della suola eliminando però qualsiasi artefatto magico che vada a intralciare il corretto movimento del piede. I miei gioiellini mi hanno accompagnato per quasi 1200 Km e non si sono ancora arrese, ci faccio ancora qualche PB.
Spese parole d'amore però non nascondo di averle odiate parecchio. Acquisire una nuova tecnica vuol dire anche concentrarsi parecchio sui difetti del proprio stile e correggerli. Questo processo è accompagnato da muscoli e tendini che, abituati ai "tacchi" delle normali scarpe sportive, fanno molta fatica ad allungarsi come devono. Si, perché abbassare il dislivello tra tallone e avampiede e non utilizzare più il tallone come punto di primo appoggio a terra implica un allungamento anomalo del tricipite surale nonché del tendine d'achille.
Le infiammazioni erano dietro l'angolo e ne ho contate 3 al TDA durante la mia transizione, senza tenere in considerazione le contratture che mi hanno accompagnato ad ogni uscita nel primo mese.
Poi dimenticate totalmente di fare km senza prima essere certi di toccare terra con il piede piatto. L'appoggio di tallone anche lieve mi è costato un infiammazione al menisco sx, fortunatamente di breve durata.

La domanda che uno si pone a questo punto è: ma perché? Se appoggiavi di tallone e avevi le tue scarpe A3 senza infortuni, perché fare questo sbattimento?
Un altra cosa che ho guadagnato oltre a piedi e polpacci forti è un nuovo piacere di corsa. Il piede può rendere delle soddisfazioni che non ci si aspetta. Quando lo fasci troppo stretto, lo separi da terra con cm di gomma o gli impedisci di torcersi e allargarsi soffochi sensazioni che non credevi possibili.
Per fare capire quanto sensibile sono i nostri arti inferiori faccio un esempio pratico:
STORTE ALLA CAVIGLIA
CARRIERA CON A3 DI 3 MESI: 3 distosioni
CARRIERA CON A0 DI 10 MESI: 0 distorsioni
Ciò perché il piede comunica al cervello le sensazioni che prova e questo reagisce di conseguenza. Se viene a mancare un appoggio sicuro (vedasi buca in strada) questo comunicherà più velocemente al cervello l'anomalia quando i suoi sensori non sono ingannati dall'eccessiva gomma. Ecco perché nonostante sia andato a appoggiare su diverse buche capaci di provocarmi una storta, con le A0 sono riuscito a evitare l'infortunio. Il messaggio invece tarda ad arrivare quando tra l'asfalto e il piede ci sono 2 cm di gomma spessa. Basta una frazione di secondo ed eccoti li a massaggiarti la caviglia bestemmiando.
Ritornando al piacere della corsa, sentire la strada e le sue asperità provoca uno stato di beatitudine che nemmeno credevo possibile. Correre in questo modo ti ispira a cambiare percorso, a provare sensazioni nuove su diversi tipi di tracciato. E diciamocela tutta, sapere di poter correre con le proprie forze e senza il plantari, sostegni antipronazione e supinazione da un immensa soddisfazione che ripaga le ore spese a rafforzare tutto.

E' arrivato il momento di passare di livello e avvicinarmi ancora più al terreno, utilizzerò le MR00 che sono una drop zero. L'ammortizzazione c'è ma è più secca rispetta a quella delle MR10. La sensazione è quella di sentire a pieno il fondo della strada, l'appoggio deve essere necessariamente controllato per evitare di "sbattere" i piedi a terra. I polpacci si sono risvegliati un altra volta per un allungamento anomalo seppur di pochi millimetri, dopo le uscite con le zero drop i muscoli sono affaticati.
Sia per motivi di adattamento sia per evitare di eseguire allenamenti più lunghi e articolati sto limitando a 1/2 uscite settimanali con le nuove scarpette. Fino ad ora riesco ad arrivare a 12 km senza problemi, ma ci voglio andare coi piedi di piombo visti i precedenti problemi di adattamento con il primo cambio di drop. tra un paio di mesi conto di arrivare ad un utilizzo prevalente delle scarpe senza differenziale. Vedo questo come un punto di arrivo, un traguardo. Secondo il mio punto di vista l'utilizzo di un modello di calzature non ammortizzato, differenziale zero e senza artefatti correttori del movimento apre la strada all'utilizzo di qualsiasi calzatura. Questo perché la base assoluta della corsa, i piedi, sono abbastanza forti da reggere una corsa senza nessun aiuto da parte degli strumenti che utilizziamo per correre (eccezion fatta per la suola che ripara dalle asperità).
Per essere onesto soprattutto con me stesso devo dire che il vero traguardo sarebbe correre completamente scalzi, ma non la vedo come una soluzione che mi si adatti anche se non escludo qualche breve uscita senza scarpe. Per esperienza personale posso dire però che correre a piedi nudi è veramente qualcosa da provare. Si sente l'asfalto, ogni minimo componente del bitume, ogni sassolino. Ti rende veramente libero. Sfoghi l'uomo primitivo che è in te, che per emergere non ha bisogno della magliettina tecnica, del cellulare o del gps.

Insomma vedremo cosa mi riserva il futuro, nel frattempo... buone corse!

MR00
Altezza suola: 12 mm
Drop: 0mm
Tomaia: mesh leggero e traspirante
Suola: Vibram
Peso: 175 gr

mercoledì 23 aprile 2014

Alimentazione - L'esperimento del Veganesimo ep. 2

A un mese dal primo post arriva il secondo episodio, nient'altro che un aggiornamento sulle mie condizioni fisiche e morali dopo la scelta di non consumare più carne o derivati animali.
Sono circa due mesi che seguo la dieta vegana e mi sento di dire che sono in piedi, mi sento meglio di prima. Gli effetti sono tangibili sia sotto il profilo fisico che mentale. Questa nuova dieta procura un immediata sensazione di chiarezza mentale quasi impossibile da raggiungere con il precedente regime alimentare onnivoro, mentre fisicamente si dispone di più energia senza i cali che accompagnano la digestione (vedasi pennichella pomeridiana, che durante l'orario lavorativo diminuisce e non poco la produttività).
Per quanto riguarda lo sport ho notato un recupero muscolare dagli allenamenti nettamente più rapido e di conseguenza la possibilità di allenarsi più frequentemente (tempo permettendo). Di recente reggo tranquillamente la settimana con 4/5 allenamenti, prima di Marzo reggevo a malapena i 4 e frequentemente saltavo le sedute. E' incredibile come il giorno successivo non si sentano i dolori muscolari tipici degli allenamenti più pesanti nonché delle gare.
Ho notato anche la scomparsa di dolori articolari, purtroppo miei compagni da Novembre ad oggi. Anche i tendini non si infiammano più come qualche mese fa.

Questi effetti sono dovuti al fatto che il cibo di derivazione animale è causa di infiammazione in quanto difficilmente digeribile. Infatti per essere digerita la proteina animale deve prima essere scomposta, operazione gravosa per l'apparato digerente umano che va a sottrarre sangue alle altre funzioni del corpo per convogliarlo in stomaco e intestino.
A questo si aggiunge anche lo scarso consumo di acidi grassi, essenziali per combattere qualsiasi forma di infiammazione del nostro corpo. Gli acidi grassi Omega3 sono spesso assunti come integratori, mentre nella dieta che seguo vengono integrati tramite semi oleosi come quelli di lino oppure dall'avocado.
La carenza di proteine che viene attribuita a una dieta vegana è invece facilmente evitabile utilizzando piccoli accorgimenti quotidiani. Troviamo proteine in tutti i legumi (ceci, fagioli, lenticchie...), negli pseudo grani (amaranto, quinoa, grano saraceno...) nei semi (lino, girasole, canapa...) e in tutti i germogli dei suddetti semi. Non è da dimenticare poi che le verdure a foglie verdi consumate crude contengono aminoacidi (in quantità e qualità differenti a seconda del tipo di pianta) che altro non sono che proteine già scomposte e molto più semplici da digerire.

Per ottenere il tutto e suddividere equamente durante la giornata tutti i nutrienti necessari mi sono preparato una traccia da seguire che tutti i giorni varia ricette ma mantiene dei principi base suddividendo per ogni pasto quantità adeguate di carboidrati, proteine e grassi:
- Colazione: Di solito utilizzo cereali di mia produzione da mangiare con latte di soia o riso. Questi cereali contengono diversi tipi di semi e grani in modo da apportare diversi tipi di nutrienti;
- Spuntino: Composto da frutta fresca e secca serve a mantenere alto il livello di energia. Spesso mangio anche barrette autoprodotte
- Pranzo: Contiene pseudo grani con verdure cotte e/o insalatone belle "piene"
- Spuntino: vedi sopra
- Cena: Di solito mangio come a pranzo con la differenza che aggiungo alimenti proteici come i legumi.

Insomma il piano è semplice, anche perché comunque un po' di tempo per cucinare il cibo viene portato via. Seguirlo non è stata un impresa, è necessaria solo un poco di organizzazione e di tanto in tanto un buon freezer.

Ecco un paio di ricette semplici da eseguire:

Insalatona colorata
Lattuga romana
Spinaci
1 carota
1 peperone
2 pomodori
1/2 avocado
Fagiolini verdi
Patate
1 spolverata di semi di zucca, sesamo e canapa
Olio extra vergine d'oliva o olio di lino
Limone
Sale
Uvetta a piacere

Tagliare e lavare insalata e spinaci. Grattugiare la carota, tagliare il peperone e i pomodori e aggiungerli agli ingredienti verdi. Tagliare l'avocado a tocchetti e aggiungerlo al tutto insieme a una spolverata di semi di zucca, sesamo e canapa. Condire con olio EVA o di lino, il succo di mezzo limone e sale.
Questa insalata è buona, colorata e saporita grazie ai vari ingredienti. Apporta tutti i nutrienti necessari e aiuta a mantenere il senso di sazietà a lungo.

Granola d'avena
2 tazze d'avena in fiocchi
1/2 tazza di: semi di girasole, miglio, amaranto, nocciole tritate
1/4 tazza di semi di lino e canapa
1/2 bicchiere di malto di riso o sciroppo d'agave
Cannella, cioccolato e uvetta a piacere

Mescolare gli ingredienti secchi, aggiungere il malto di riso precedentemente diluito con un cucchiaio d'acqua e continuare a mischiare il tutto fino a ottenere un composto umido. Disporre il composto in una teglia foderata di carta forno e inserire nel forno a 100°C per un ora circa mescolando di tanto in tanto. Una volta tirata fuori dal forno lasciare raffreddare all'esterno, aggiungere cannella, cioccolato e uvetta a piacere.
Questa ricetta è ottima la mattina nel latte di soia o di riso, apporta molti nutrienti e aiuta a mantenere il senso di sazietà a lungo durante la mattina.

Alla prossima

domenica 20 aprile 2014

3° 10 Km Sesto Calende - 17/04/2014

Eccoci qua, dopo tre settimane di autogestione totale sugli allenamenti serviva una bella regolata per capire come andare avanti e ho approfittato della 3° edizione della 10 Km di Sesto Calende. Questa gara l'avevo già nel mirino da un anno, era programmata nel 2012 come esordio nel mondo delle gare ma causa infortunio dovetti saltarla. In effetti mi ero perso una bella corsa.
La settimana non è stata proprio di scarico totale, ma nemmeno pesante con un allenamento di qualità (ripetute 5x1000m) un lento di 14 Km e un altro lento di 8 km con le zero drop. Sabato mattina una mezz'oretta con allunghi per sgranchire le gambe e Domenica 13 Aprile alla partenza.
La giornata non rende onore al sole che durante la settimana ha portato a 25° C i termometri di tutta la provincia, ma meglio così. Un cielo velato di nuvole porta una temperatura di 14° ottima per correre. La partenza sul lungolago rende tutto più semplice parlando di logistica.
Arrivo presto per i miei standard e ritiro il pettorale che riporta nome e cognome dell'atleta (figo). Purtroppo l'assenza del deposito borse mi costringe a ritornare in macchina per mollare giù i bagagli, ma poco male visto che i parcheggi erano a cinque minuti dal raduno perciò sfrutto il ritorno per scaldare un po' le gambe. E' presto e riesco per la prima volta in assoluto a fare un bel riscaldamento di 15 minuti più altri 5 in progressione con allunghi.
La gara non è trafficata, subito dopo il riscaldamento mi infilo in griglia a cinque minuti dalla partenza e ci si compatta in attesa del via. Partenza!!
 
Dopo un breve affollamento iniziale si riesce a impostare un passo che lascio decidere alle gambe, i primi due km passano veloci con il Ticino che scorre di fianco a me. Primi due passaggi a 4'28" e 4'29" molto conservativi, il giro poi regala una bella salita che fa cadere il ritmo dell'intero km che termina in 4'39". Decido di aumentare il ritmo e passo a 4'17" e 4'19" i seguenti due km a chiudere il giro. Il percorso qui si snoda per le vie del centro con qualche centinaio di metri lungo il fiume nel senso opposto. Un altra salita bella ripida poco prima dell'ingresso in piazza dove c'è la partenza e si parte per il secondo giro.
Le gambe girano anche se il fiato si fa pesante, riesco a inanellare altri due giri a 4'15" e 4'17" stupendomi di poter reggere così un ritmo non mio. Ma si sa che le gare tirano fuori una forza che non sospetti. Poi ancora la salita che spezza il ritmo portando l'ottavo km in 4'33". Sfrutto la discesa per velocizzare, nonostante il respiro pesante riesco a mettere un km a 4'17". Il nono km massacrato da una discesa a rotta di collo con conseguente salita spaccagambe finisce in 4'23" e poi sprint di 100m prima dell'arrivo. Sollevo le braccia leggendo il cronometro segnare 44'45" totali, ma il real time è 44'25".

C'è da essere soddisfatti, ho limato due minuti sui 10 km dall'ultima prestazione di Cardano al Campo il 17 Novembre. Il percorso poi è molto bello, il fiume che corre con te aiuta a sentire meno la fatica e il centro di Sesto Calende è molto piacevole. Merito dell'organizzazione è un ristoro finale fornitissimo con focacce, frutta e l'immancabile gorgonzola. Insomma una Domenica mattina che vale la pena di correre.
TRACCIA


Ora è il momento di sistemare i ritmi di corsa. Le mie gambe già si erano sistemate poco sotto i 5'10" per i lenti, ma non sospettavo di dover fare ripetute da 1000m a 4'15"!!! Ecco i ritmi adeguati alle nuove potenzialità:
CL 5'08" - 5'13"
CM 4'43" - 4'48"
CV 4'33" - 4'38"
RL 3 km  4'28" - 4'31"
RL 2 Km 4'23"
RM 1 Km 4'25" - 4'18"
RB 400m 4'03"
RB 300m 3'58"
RB 200m 3'53"

I programmi fino a fine Maggio prevedono di concentrarsi sulle brevi in vista del Giro del Varesotto, sei gare da 5 Km in giro per la provincia di Varese. La tabella sarà ispirata a quella di Pizzolato e tratta dal suo libro "Correre..."

A presto